sabato 10 luglio 2010

SuiciDio

The bridge - Il ponte dei suicidi

Trama: ogni due settimane qualcuno si butta dal ponte rosso di San Francisco. Ecco qualche informazione wikipediosa abbastanza "meccanica": Il Golden Gate Bridge è un luogo molto frequentato dai suicidi. Il conto ufficiale dei suicidi terminò nel 1995 quando ormai la cifra si avvicinava a 1000. Negli otto anni seguenti fino ad arrivare al 2003, la media era di un suicidio ogni due settimane, media che portò il computo non ufficiale a oltre 1300. I 220 piedi (67 m) del salto sono percorsi in 4 secondi e il saltatore colpisce l'acqua a una velocità di 75 mph, pari a 120 km/h. Al 2003 solo 26 persone sono sopravvissute al salto e lo hanno fatto perché sono entrati in acqua dai piedi; in ogni modo hanno riportato lesioni interne e numerose fratture. Nel 1979 un giovane uomo saltò dal ponte, giunto in acqua nuotò fino alla spiaggia e lì camminò sulla sabbia. Ma aveva riportato la frattura di alcune vertebre.
Molte possibili soluzioni sono state discusse per diminuire il numero di suicidi dal ponte. Una delle misure adottate è stata quella di chiudere il ponte ai pedoni la notte. L'installazione di barriere di contenimento per i suicidi è stata contrastata dagli alti costi, dalle difficoltà tecniche e dall'opposizione dell'opinione pubblica. Il 27 gennaio 2005 il Bridge District, che gestisce il ponte, ha riproposto per l'ottava volta l'installazione delle barriere anti-suicidi, citando "il notevole interesse destato dal problema nella stampa e nell'opinione pubblica". L'11 marzo 2005 ilConsiglio di amministrazione del ponte ha approvato l'investimento di 2 milioni di dollari in 2 anni per lo studio di fattibilità delle barriere. I favorevoli alle barriere hanno citato, ad esempio, l'Empire State Building e la Torre Eiffel, dove dopo l'installazione delle protezioni il numero dei suicidi è sceso a zero. Gli oppositori alle barriere argomentano che esse sono brutte, costose e avrebbero solo l'effetto di far cambiare metodo e luogo al suicida. Un metodo adottato per scoraggiare i suicidi è stato presentare una petizione chiamata Jump for life (Salto per la vita) verso la fine del 2005 per chiedere che sul ponte diventi possibile fare il bungee jumping, in modo da cercare di rendere il ponte meno affascinante come luogo per togliersi la vita.



Dell'importanza cinematografica dei documentari ne abbiamo parlato tanto tempo fa. In questo caso, un documentario sui suicidi del Golden Gate, c'è qualcosa che proprio non va. Il fatto è che un documentario, per definizione, ci racconta la realtà, quella vera, hai presente? Quindi pensare che un tizio si è messo mesi a riprendere il ponte, aspettando che la gente si buttasse per avere i filmati shock di gente che imita Icaro, ma che diventano Lucifero, ecco, dà un brutto senso di voyeurismo e sortisce l'effetto (una sorta di fastidiosa attesa da parte dello spettatore di vedere la "scena", la gente che si butta, cioè quasi che pensi "eddai, buttati!") assolutamente contrario a quello che vorrebbe invece essere (un'investigazione accorata sulle motivazioni recondite del suicida, cosa peraltro assolutamente impossibile da investigare). Ed è abbastanza fastidioso, perché se in un film d'azione attendiamo la scena delle macchine infuocate o del cattivo reso groviera da una raffica di mitra, qui stiamo vedendo gente che era vera, non c'era la roulotte coi truccatori e dieci metri, gente che si butta da un ponte.

La rovina totale del film (che mette inevitabilmente tristezza per il tema trattato, non per come lo tratta) è la colonna sonora, con scelte che neanche in un telefilm di MTV, canzoni quasi country, ballads alla Bon Jovi, musiche uscite da una corsa in ascensore. No.


Come sapete nn riesco a non vedere TUTTO con una dose di cinico sarcasmo e mi erano venuti in mente un paio di titoli di post niente male, però poi non li ho messi. però poi non resisto: Stasera mi butto era uno di quelli. Adesso una manona gigante uscirà dalle nuvole e mi darà una schicchera. Più che altro per un'intervista che ho fatto ieri su ..ehm... Radio Vaticana. Ma non preoccupatevi, mi hanno chiesto qualcosa sui fumetti con gli animali, hanno citato Walt Disney (!)... io gli ho parlato di MAUS...hanno subito cambiato discorso. E pace all'anima(l) sua.

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