mercoledì 26 gennaio 2011

Io sono l'Amorte

Io sono l'Amore
Trama: buon per te.

C'è la forma. E c'è la sostanza. I sentimenti espressi in Io sono l'Amore hanno DI NUOVO la forma del viso di Alba Rottwailer (se vedo un altro film con Alba Rottermayer con la piagnulelle giuro che faccio un massacro, oppure massacro lei e basta. E pensare che quella volta, in quel bar, ce l'avevo proprio lì). E poi c'è la ipertiroide "stramboide" di Tilda Swinton, che dopo essersi prodigata con Leonardino Di Caprio questa volta si lancia in un'interminabile e bucolica accoppiata con Ovosodo. Cose che "fanno strano" a vederle. Sempre per il discorso dei pesi e misure. 
Quindi la forma: la forma è quella delle belle e numerose e ricche familie italiche: quelle coi pastifici, i setifici, i malefici: ricchi a palate, sempre a piagne. Porelli. Che pena mi fan, poveri diavoli. Poi c'è la sostanza, che è quella densa melassa Itagliana di silenzi che dovrebbero dirmi qualcosa. MA CAZZO PARLA! PARLA ALBA! DIMMI QUALCOSA! QUALUNQUE COSA!!! BASTA SILENZI! PARLA ALBA PARLA! ARIDATECE ANNA MAGNANI!
Questo doveva essere il film che se presentato al posto de La prima cosa bella avrebbe dovuto vincere tutti gli oscar? Questo è il film che è piaciuto tanto in america? Questa specie di Giardino dei Finzi Contini, Finti Conzini, Finti Confini? Be' sì certo, l'Italia. C'hai quella dei film amerigani con Julia Roberts e questa, che quindi - forma e sostanza - dà adito a dei paragoni. Un ber piatto de' spaghetti ar sugo o un piatto di cucina molecolare? 'Na scopata co' uno rimorchiato per strada o una passione consumata su un prato circondati dal candore della natura e il frinire dei grilli? Soldi facili scrivendo le prime banalità sul BelPaese che ti vengono in mente o soldi di famiglia rinnegati in nome dell'Amore? Questioni di forma. Ma la sostanza rimane quella: all'Itagliano je piace da magna', da scopa' e soprattutto fa la Bellavita. Con buona pace per il Cinema.

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