
Trama: Il figlio di Pablo Escobar, cha da "Juan" ha cambiato il nome in un ridicolissimo "Sebastian", si pente dei peccati del padre e incontra i figli dei politici che negli anni 80/90 furono assassinati per volere, sempre, del padre. Redenzione a Medellìn.
Avere come padre IL signore della droga non deve essere facile. Cioè tipo essere il figlio di Hitler o quello che qualche mese fa ha scoperto di essere il figlio di Charles Manson. I peccati dei padri devono ricadere sui figli? (Se ci si chiama PierSilvio, pure pure). La questione morale è che comunque da una parte c'è un figlio che per 17 anni (non sono pochi) ha vissuto nella villa con gli animali esotici, e i miliardi della droga, dall'altra ci sono i figli dei leader assassinati. Il divario è forse troppo grande. Però emoziona il momento dell'incontro (anche se è inevitabile pensare che qualcuno si era portato una pistola, così, in forma precauzionale). Un documentario televisivo ben fatto, senza entrare nel gran cinema, ma che interessa nei momenti di "archivio", con Escobar versione padre amorevole (che fa una certa impressione se messo si pensa al suo status di supervillain): eccolo che offre un gelato al figlio. Cosa ci fosse in quel gelato, nessuno lo sa.

O forse era andato fuori da una scuola a spacciare le figurine drogaine? Non un'apologia del crimine, trappola in cui cadono molti biopic del genere e in cui cadono - anche se involontariamente - i raghezzetti che si mettono la felpa di Puta Madre cascando nel tranello di uno dei Parioli col passamontagna e la fabbrica di magliette, ma questa è tutta un'altra tristoide storia. Le emozioni più dense il documentario le regala nei momenti in cui mostra le manifestazioni in cui i leader assassinati (Luis Carlos Galàn e Rodrigo Lara Bonilla), momenti in cui si sente davvero tutta il potere del "pueblo unido". Cioè, lo spagnolo (ma lo spagnolo sudamericano, non quello a cantilena di Madrid) ha una "forza" musicale DAVVERO trascinante.
Proprio da scendere in piazza ora e manifestare contro tutto e tutti. Ha la stessa (e opposta) forza del tedesco nei folli comizi nazisti, solo che ispira urla di unione, libertà, rispetto.


Comunque sconvolge il racconto della costruzione de La Catedral. Praticamente ad un certo punto Escobar si "consegna" alla giustizia, però ad una condizione, COSTRUIRSI da solo la prigione. Quindi si fa una villa che levate... il vero significato del "potere". Infatti il primo ritratto laterale e contemporaneo di Escobar al cinema fu questo:

C&B e la drogaina. Anche qui, due sconosciuti. C&B non fuma neanche, manco la pipa per darsi un tono! Roba che una volta che C&B è andato ad Amsterdam e si è "fatto le canne" e proprio: niente. Anche quando si è fatto una volta la drogaina polverina ha provato come una strana sensazione difficile da spiegare, tipo: niente. Oddio, po' anche essere che era bicarbonato e fosse tutto un tiro mancino.

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