venerdì 2 marzo 2012

And Oscar goes to...

Molto forte incredibilmente vicino
Trama: Terribilmente ricattatorio, orribilmente banale, francamente melenso, fastidiosamente irritante. Molto brutto.

Un regazzino che avrà 9/11 anni si ritrova orfano, padre morto negli attacchi terroristici del 9/11. Non aiuta l'essere sfiorato da quasi autismo, una sorta di lieve Asparagher (neanche troppo lieve). Un giorno il regazzino trova un vaso, dentro il vaso una busta, dentro la busta una chiave (ma non c'erano i maghi dentro i vasi?) e inizia il suo peregrinaggio per le strade di NY alla ricerca della serratura da aprire. Sulla busta che contiene la chiave una scritta: "black". Il regazzino decide quindi di trovare tra tutti i Black di NY, quello che sappia qualcosa informazione della chiave.
Ora, io non voglio dubitare che il libro sia uno dei graandicapopopolavori della letteratura contemporanea. Non l'ho letto. Ho letto Ogni cosa è illuminata apprezzandolo (non sconvolgendomi) e avevo anche apprezzato (senza sconvolgermi) la sua riduzione filmica. Ma qui, mi pare tutto un altro paio di maniche.
Oltre, certo, a ritrovare dei dati che mi paiono distintivi di Foer (blatero a vista che appunto ne ho letto uno solo, che ne so dei tratti distintivi senza metri di paragone?) - e cioè il protagonista con le fisse e le manie, il collezionismo, "la sicurezza degli oggetti", l'andamento da road movie, tante voci un solo discorso - mi pare che il film sia una delle più inutili operazioni hollywoodiane che si potessero immaginare, girare, distribuire, e siccome hollywood nell'inutilità ci sguazza, l'ha pure IMMERITATAMENTE candidato tra la nonina nonnina novina tra i nove Miglior Film, veramente un abbaglio (il peggiore dei nove). Abbaglio dettato dal tema di (s)fondo: l'ombra delle Torri he pure se sono crollate sta ancora lì come due enormi meridiane sulla City. 
Che ora basta che dici la parola "Torri" che in America "lagrime grande ferita americana tristezza il giorno in cui morì la libertà (libertà?) eccoti il ricordo delle Torri eccoti una candidatura all'Oscar che sennò i quasi 3000 morti ci guardano male da lassù".
Ricattatorio perché ti fa vedere l'uomo che si butta dalla Torre. Quando, ad esempio - e l'ho già detto - il segmento di Iñárritu per il film corale September 11, questo:
ricattatorio non lo è per nulla. C'è modo e modo di raccontare la tragedia (e nessuno qui nega che lo sia stata).
Banale perché è banale nel 2012 esplorarmi ancora il "meltin' pot" di vite/razze/tipologie che forma l'agglomerato newyorkese, pare di vedere un servizio di Nonsolomoda datato 1989, avete presente?
Melenso perché di vedere Sandra Bullock che tenta di recitare la mamma affranta e Tom Hanks papà buono che organizza la caccia al tesoro a figlio rompiballe, non gliene frega più niente a nessuno.
Irritante perché - come trend di questi primi mesi del 2012 vuole, insieme a lui e a lui  - ecco il terzo e più irritante regazzino apparso sul grande schermo da qualche tempo a questa parte (signore e signori, abbiamo già un Award 2012 bell'e pronto il "Marcellino odio e vino").
Roba che speri che arrivi un tassinaro thailandese che mentre urla BAKBAKBEKABAK lo tira sotto a tutta velocità, lui e quel suo cazzo di libro pop-up genio della cartotecnica che nessun regazzino saprebbe fare a meno che di non essere la reincarnazione di Gutenberg (il tipolitografo, non l'attore di Cocoon). Regazzino logorroico, scomposto, maleducato, e più di tutti fastidiosamente vessatorio ai danni di vecchietto muto Max Von Sydon... 
A Maxxe, ma dijelo un po' chi eri a quer regazzino indisponente...
Caro regazzino, non te lo volevo dire così, ma tuo papà non si è buttato dalla Torre per il fuoco gli aerei gli arabi il metallo fuso... si è buttato perché GLI AVEVI ROTTO IL CAZZO! 
Brutto. 
Altro da dire sul 9/11, il mio e quello di Tiziano Ferro.

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